IL NOSTRO CERVELLO E’ MIGLIORE DI UN COMPUTER
sfatiamo il mito che il
cervello sia un computer
Lo sentiamo sempre dire: il nostro cervello è una
straordinaria e meravigliosa struttura. Oggi cercherò di farvi capire il
perché. Intanto sappiamo che si tratta dell’organo principale del nostro
sistema nervoso centrale, presente nei vertebrati e negli animali a simmetria
bilaterale. Uomo compreso. Mi limiterò all’analisi delle differenze cervello-computer,
tralasciando l’antica storia delle conoscenze e le moderne acquisizioni
scientifiche, per le quali non ho competenze.

Sgombriamo subito il campo dall’idea sostenuta in passato e
spesso anche adesso che il nostro cervello funzioni proprio come un potente
computer. Non è così. Non c’è un processore, un sistema operativo, un software,
una CPU come nelle macchine informatiche che conosciamo. Non funziona dunque
mediante le procedure dei nostri computer. Le architetture dei due (cervello e
computer) sono differenti. Un normale PC non impara un bel niente se non è
programmato a farlo e la sua architettura è tutta diversa.
Il nostro cervello è invece uno specialissimo congegno di
apprendimento costituito da un enorme insieme di neuroni che formano una
ragnatela, una rete, che impara ogni volta a fare qualcosa: il guazzabuglio reticolare
dei neuroni stabilisce di continuo nuove connessioni, senza che vi sia un
software o una programmazione prestabilita. Questi neuroni sono minuscole
cellule, potremmo dire che sono i mattoncini elementari che raccolgono,
elaborano e trasferiscono informazioni mediante impulsi elettrochimici. C’è chi
li vuole considerare dei minuscoli computer in miniatura, ma la similitudine è
erronea.
Il cervello umano ha una massa di 1.500 grammi, in un volume
di circa 1.300 centimetri cubi ed è costituito da 100 miliardi di neuroni.
Un computer è in ultima analisi una “macchina di Turing”, un
congegno che necessita di un input, un processore che analizza dati, e un
output: il codice di tutte le regole introdotte (dall’uomo) determinano
“l’intelligenza della macchina”, che prende vita e diventa a suo modo “intelligente”
inserendo un disco. Dunque, una costruzione artificiale per calcolare,
analizzare, verificare, e così via.
Le reti di neuroni, invece, seguono la regola per cui ogni
volta che decidono in modo corretto un compito, il relativo percorso neurale ne
risulta rafforzato. Come? Cambiando la potenza di certe loro connessioni elettriche,
attivata da proteine complesse. Questa regola può essere banalizzata nella
domanda “ come può un musicista suonare alla Carnagie Hall?”: esercizio,
esercizio, esercizio.
L’esercizio continuo della rete neurale garantisce la
ricerca, se così possiamo dire, della perfezione. Naturalmente, anche i nostri
vizi seguono reti neurali e lasciano segni nella memoria.
In definitiva queste reti funzionano all’opposto dei
computer: invece di essere istruite meccanicamente fin dall’inizio con delle
regole, imparano come i neonati attraverso fasi successive, traendo da ogni
esperienza un insegnamento adeguato con una dura e costante scuola di
apprendimento. Inoltre non sono deboli come un computer, che possiamo mandare
in tilt togliendo un transistor. La chirurgia del cervello è lì per dimostrare
che anche se viene rimossa una porzione di esso, questo continua a funzionare e
altre parti iniziano a svolgere le mansioni di quella mancante.
Il “pensiero” si estende attraverso ampie zone del cervello,
in settori che si attivano secondo una precisa sequenza.
Mentre un computer esegue calcoli ad elevatissima velocità
(vicino a quella della luce), il cervello dell’uomo è molto lento: gli impulsi
elettrici che attraversano il sistema nervoso viaggiano circa a 320 km/h,
quanto una vettura di formula uno in rettilineo, più di milione di volte però
inferiore alla velocità della luce.
Tuttavia il cervello aggira l’ostacolo della velocità
funzionando “in parallelo”, come nei circuiti elettrici di casa nostra: vuol
dire che i suoi 100 miliardi di neuroni lavorano contemporaneamente, ciascuno
svolge un piccolo compito ed è collegato ad altri 10.000 neuroni, rimuovendo
così l’handicap della singola velocità minore. Se un gatto mangia un topo in un
minuto, in quanto tempo mille gatti mangiano mille topi? Sempre in un minuto!
Lo sviluppo del nostro cervello è avvenuto evolutivamente in centinaia
di milioni di anni, attraverso processi fisiologici e antropologici continui
connaturati alle esigenze dell’uomo ( vedere, conoscere, difendersi, attaccare,
masticare, riprodursi, amare, e… pensare). Qualcosa di un po’ diverso da un
computer!
Di recente uno dei supercomputer più potenti al mondo ha
cercato di emulare il cervello umano, ma ha fatto una magra figura. Questo
grande elaboratore elettronico è costituito da 705.000 processori, con una memoria
RAM di 1,4 milioni di GB. Corredato di un software in grado di replicare una
rete formata da 1,7 miliardi di nervi e 10 milioni di miliardi di miliardi di
sinapsi (circa solo l’1% delle connessioni neuronali del cervello umano) ha
impiegato 40 minuti per replicare 1 solo secondo del funzionamento del nostro
cervello!!! E pensare che una simile macchina può eseguire 10^30 operazioni al secondo!
Dunque se proprio volessimo paragonare un computer a un cervello
dovremmo concludere che quest’ultimo è enormemente più potente.





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