DALLA PIETRA AL LASER … E OLTRE!
Ivan Spelti (24-6-2017)
Tutti i manufatti, i prodotti del lavoro umano che siamo
abituati ad usare o a conoscere ( magliette, scarpe, telefono, aspirapolvere,
auto, macchina fotografica) e tutte le costruzioni (la casa, la diga,…) basano
le loro proprietà e funzionamento sulle caratteristiche dei materiali di cui
sono fatti.
Solo una piccola parte di questi materiali oggi impiegati
erano conosciuti duecento anni fa. Se andiamo indietro nel tempo, il numero dei
materiali si restringe ancora. I nostri lontani progenitori non ne usavano più
di quattro: pietra, legno, osso e pelle. Oltre un milione di anni fa, nel
Paleolitico (l’età della pietra antica), lo sviluppo delle tecniche umane era
limitato dal padroneggiare non più di questi quattro prodotti.
Lo sforzo dell’uomo fu lento ma costante nel tempo, fino a
giungere allora ad elementari manufatti come la pietra scheggiata e l’osso
lavorato. E’ solo negli ultimi diecimila anni che lo sviluppo ci porta alla
varietà e complessità dei materiali da cui origineranno quelli ancor oggi in
uso. In parallelo, l’evoluzione dei modi di lavorazione si è avviata su strade
più sicure sotto la guida delle conoscenze scientifiche e tecniche che si
andavano sviluppando. In tal modo fu possibile soddisfare nuove e crescenti
esigenze per una vita più confortevole sotto ogni aspetto.
Non va nascosto che l’arte militare fu influenzata
fortemente dalla conoscenza dei
materiali capaci di dare le migliori prestazioni: il legno delle prime clave,
il bronzo delle spade, le leghe d’acciaio dei cannoni, gli esplosivi. Per
giungere, al nostro tempo, dopo almeno tremila anni, all’uranio e al plutonio
degli ordigni nucleari. Naturalmente, il possesso di nuovi materiali convisse
con la politica di dominio che fu espressa nelle varie epoche e i vincitori
avevano la potenza economica per proseguire nello sviluppare materiali. Quindi
lo sviluppo dei materiali non fu solo suggerito dalla necessità di migliorare
utensili di lavoro e pratici, ma anche dalle interazioni sociali di dominio
territoriale e culturale.
Oggi abbiamo materie plastiche, carta, vetro, metalli, come
materiali comuni. Ma anche computer, telefonini, laser, GPS, apparecchi
radio-televisivi, strumenti diagnostici-chirurgici e una elettronica diffusa.
A grandi linee, siamo dunque passati da pietra, legno, osso,
con le loro limitazioni, alle sostanze coloranti, alla pelle d’animale, la
ceramica, i mattoni d’argilla, il vetro, il sale. A seguire, i metalli, con la
loro estrazione e la scoperta delle loro proprietà elasto-plastiche, o della
loro preziosità (oro).
Dicevamo degli ultimi duecento anni. L’800 è il secolo
dell’elettricità e dello studio del calore, con il conseguente affinamento
delle scoperte e delle tecniche che comportò la rivoluzione industriale partita
dall’uso del carbone e del vapore.
Il secolo scorso inizia con le ultime grandi rivoluzioni
basate sulla fisica. Molte volte ho parlato in queste pagine della fisica
quantistica (spesso chiamata impropriamente meccanica quantistica). Il lettore
quindi sa che le idee quantistiche, proprio iniziate con Max Planck nell’anno
1900 e proseguite (riaffermandole) con Einstein e diversi altri, sono da tempo
sfociate in scoperte cruciali e in tecniche prima inimmaginabili. Il mondo
scientifico nuovo aperto da queste conoscenze ci ha dato materiali e strumenti
che oggi maneggiamo in ogni settore, sia esso industriale, pubblico e privato.
L’elettronica dei diodi e delle valvole ha durato fino al dopoguerra, per
essere sostituita da transistor, circuiti integrati, computer. L’illuminazione
conserva ancora la lampadina a filamento, ma sempre più si impone la luce
fredda dei “led”. La nanotecnologia compone circuiti di miliardi di elementi
miniaturizzati e giunge a farci vedere gli atomi come li abbiamo immaginati un
secolo fa.
La teoria della relatività fa il paio con la fisica
quantistica e ci permette di usare il GPS. Un mondo nuovo di scoperte che hanno
cento anni e non di più e sulle quali gli utilizzatori (noi) spesso non si
fermano neanche a riflettere, presi come sono dal loro semplice utilizzo.
Solo a livello superiore alcuni di noi sanno che le due
teorie principali di cui stiamo parlando (fisica quantistica e relatività
generale) non riescono a parlarsi e ad integrarsi in certi campi estremi. Poco
ci importa che una si applichi solo all’infinitamente piccolo (le particelle) e
l’altra alla struttura dell’universo nel suo complesso. In fondo, ne abbiamo
fatta di strada e viviamo meglio dei nostri antenati. Ogni giorno la scienza scopre
nuove cose e la tecnica si inserisce per trovarne le applicazioni: spesso nel
bene, qualche volta nel male. Dalla pietra al laser ne è passato di tempo. E
continuiamo ad andare avanti. Sperando di non andare a sbattere, per qualche
ragione che nulla ha a che fare con l’irrefrenabile ansia di scoprire.





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