VENERE : nostro pianeta
gemello ?
Ivan Spelti (3/12/2016)
Da quando ci siamo fatti l’idea
che entro 20-50 anni saremo pronti per colonizzare Marte, l’altro pianeta del
sistema solare, Venere, il secondo in ordine di distanza dal Sole, che gli
antichi chiamavano “stella del mattino” (Lucifero) o “stella della sera” (Vespero)
sembra essere passato in secondo ordine, nonostante la sua spiccata importanza.
Venere ha infatti la maggior brillantezza appena prima dell’alba o poco dopo il tramonto ed è l’oggetto del cielo
più luminoso dopo la Luna: al primo esame
ad occhio nudo appare di colore biancastro-giallo ed è più luminoso di
ogni stella. Inoltre, per dimensioni e
massa è stato considerato fino a pochi
decenni fa il pianeta “gemello” della Terra.
E’ davvero così? Va subito detto
che lo spesso strato di nubi che avvolge il pianeta ne ha ritardato per molti
secoli la determinazione delle caratteristiche, a partire dal suo lento periodo
di rotazione.
confronti
Terra-Venere
Venere (immagine radar)
Oggi sappiamo che la sua
atmosfera è composta da anidride carbonica ( 96,5%), azoto (3,5%) e tracce di
vapore acqueo: dunque, molto più densa di quella terrestre e soprattutto con un
risultante “effetto serra” che fa impallidire quello terrestre di cui parliamo
tanto. Come risultato, Venere è il più caldo pianeta del sistema solare (anche
di Mercurio) con una temperatura superficiale di circa 460 °C, piuttosto
stabile giorno-notte. La pressione in superficie è 92 volte quella terrestre,
quella che noi sulla Terra troveremmo negli oceani alla profondità di 1 km.
Essendo più vicino al Sole, Venere riceve da questi quasi il doppio della
radiazione solare rispetto alla Terra, anche se la maggiore riflettività dovuta
alle nubi finisce per farle assorbire una quantità di radiazione quasi
identica.
Per gli antichi, Venere è sempre
stato oggetto di culto particolare: i
Babilonesi onoravano Venere come dea dell’amore, dell’erotismo e della guerra e
per i Maya era la divinità e l’astro più studiato del cielo, insieme al Sole.
Quando Galileo, intorno al 1610,
osservò Venere al telescopio si accorse che mostrava le fasi, al pari della
Luna, dimostrando in tal modo che solo la teoria eliocentrica di Copernico
poteva darne spiegazione, anche se visti i tempi - per evitare accuse di eresia
- occultò la scoperta in una frase
criptica “Mater Amorum aemulator Cinthyae figuras (la madre degli amori -
Venere - imita le forme di Cinzia - la Luna)”.
fasi di Venere
Dicevamo del periodo di
rotazione. Dopo le osservazioni del ‘600 e fino all’800 le cose non furono
chiare. Solo nel 1932, con la
spettroscopia in infrarosso, si scoprirono le linee del carbonio nell’atmosfera
e nel 1961 una rotazione (molto lenta) pari a 243 giorni terrestri (8 mesi), in sincronia con un
periodo di rivoluzione intorno al Sole di 225 giorni. Il resto, dopo pochi anni
lo fecero le sonde (Mariner, Venus, Venera), che inviarono i primi dati sulla
temperatura e la composizione dell’atmosfera.
Da allora, il pianeta è
monitorato da diverse sonde che hanno rilevato spesse nubi di acido solforico
misto ad acqua, altamente riflettenti e che impediscono la visione in luce
visibile della sua superficie.
Senza troppi dettagli, la sua
atmosfera stratificata rivela che, nella sua parte alta, Venere è spazzata da
venti fino a 360 km/h che compiono il periplo del pianeta in 4 giorni
terrestri.
L’atmosfera inferiore è così
densa da possedere una grande inerzia termica e quindi immagazzina e trattiene
grande quantità di calore. Mentre quella terrestre ruota sincronizzata con la
rotazione terrestre, l’atmosfera di Venere ruota molto più rapidamente e non in
sincronia con la massa solida del pianeta. Inoltre, rispetto alla Terra, c’è
un’altra differenza di fondo: Venere ha
un’atmosfera caldissima nella parte bassa e più fredda nella parte alta, mentre
per la Terra accade l’inverso.
Se volessimo sintetizzare la
carta d’identità di Venere potremmo dire: superficie rovente inabitabile su cui
insiste un’atmosfera corrosiva ad altissima pressione con una circolazione ventosa
rilevante.
Molto interessanti le sperimentazioni degli scienziati per
predisporre sonde sempre più resistenti alle alte pressioni, dopo i tanti
fallimenti registrati nelle discese sul pianeta: al passaggio tra le nubi,
durante le fasi di atterraggio, si dovevano risolvere i problemi di avere sonde dotate di
componentistica resistenti fino a 180 atmosfere e 600 gradi di temperatura.
Negli anni 1960-80 Venere è stata
soprattutto un feudo sovietico nel panorama spaziale. In seguito, la NASA ha
recuperato e oggi registriamo missioni congiunte e allargate.
Dal 2013 abbiamo un telescopio
spaziale in orbita terrestre che studia in ultravioletto l’atmosfera del
pianeta. Molto sviluppata è anche l’indagine con onde radio, che riescono ad
attraversare le nubi venusiane. La superficie di Venere è soggetta a pioggia di
acido solforico caldo e concentrato, nonché di acido fluoro-solforico, il più
forte acido organico in grado di sciogliere zolfo, mercurio, piombo e le rocce.
Queste condizioni sono particolarmente ostili ad ogni ipotesi di vita come la
intendiamo noi.
Venere è uno dei quattro pianeti
“rocciosi” del sistema solare, insieme a Mercurio, Terra e Marte: la sua massa
è l’82% di quella terrestre ed il diametro medio inferiore di soli 650 km a
quello terrestre. La gravità è pari ai 9/10 di quella terrestre, per cui un
terrestre di 70 Kg ne avrebbe solo 62 su
Venere (in unità di kg-peso). Se fosse possibile dalla sua superficie vedere il Sole, l’alba su
Venere sarebbe a ovest, anziché a est come sulla Terra, a causa della sua
rotazione retrograda, per cui il moto apparente del Sole risulterebbe opposto
al nostro e a quello degli altri pianeti.
Come struttura interna, si
ritiene che vi sia una certa somiglianza
con la Terra: un nucleo parzialmente liquido, un mantello e una crosta.
L’assenza di campo magnetico suggerisce invece l’assenza stessa di un nucleo
solido interno: e questa è un’altra differenza con la Terra.
Immagine radar della
superficie con un vulcano di 3 km sullo sfondo
Sono presenti episodi di
movimenti tettonici piuttosto giovani (milioni di anni), ma non una tettonica a
placche come quella terrestre: i crateri vulcanici sono relativamente pochi e
molto larghi e bassi, mentre quelli meteoritici (circa un migliaio) sono in
numero inferiore a quelli terrestri. L’85% della superficie venusiana è
ricoperta da flussi di lava prodotti centinaia di milioni di anni fa: uno di
questi è più lungo del Nilo. La superficie del pianeta è dunque costituita da
pianure vulcaniche, con dorsali corrugate, caldere, altopiani (continenti) e
pianure lisce.
Nel complesso, Venere è il
pianeta del sistema solare con il maggior numero di vulcani (da 1500 a 100.000)
attivi di varie dimensioni, anche se la superficie appare più liscia della
Luna, di Marte, di Mercurio.
Non è improprio affermare che
Venere, come suggerisce il nome, si presenta agli studiosi in modo simile ad una donna che voglia
restare pudicamente celata. Abbiamo
tuttavia ragione di ritenere che fra qualche anno la conoscenza del pianeta
“gemello” si svilupperà moltissimo e certi aspetti scientifici ancora segreti o appena
individuati saranno svelati. La tendenza degli scienziati è quella di farci
conoscere al meglio il sistema solare nel suo complesso entro il secolo. Da
tempo i film sulla colonizzazione di Marte si sprecano. Vedremo se inizieranno
a proporci quelli sulla colonizzazione di Venere, sicuramente ben più ardua.
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