venerdì 14 settembre 2018

LEMAITRE il padre del Big Bang


LEMAITRE: CONVEGNO ALLA SPECOLA VATICANA

Ivan Spelti (14/5/2017)

 

Un post dell’amica giornalista Letizia Davoli (TV2000, “c’è spazio”, ottima e seguitissima trasmissione) mi ricorda che dal 9 al 12 maggio la Specola Vaticana ha riunito molti scienziati nel nome di Georges Lemaitre, per celebrarne il 50° della morte e discutere di cosmologia. L’amico sacerdote-scienziato don Matteo Galaverni, accreditato alla Specola, ne ha seguito i lavori  e mi ha inviato contributi.
 
 

La Specola Vaticana fu fondata nel 1891 da papa Leone XIII, per contrastare le persistenti accuse laiche fatte alla Chiesa di essere contraria al progresso scientifico. Agli inizi, l’Osservatorio astronomico era posto dietro la Basilica di San Pietro, ma l’aumento di luminescenza su Roma consigliò papa Pio XI di trasferirlo a Castelgandolfo. La direzione fu sempre affidata ai Gesuiti, fin dal ‘700 quando l’osservazione astronomica era sviluppata con strumenti modesti e in altri luoghi.  Oggi l’Osservatorio Vaticano più importante si trova a Tucson in Arizona e padre Guy Consolmagno, attuale direttore e planetologo di fama mondiale, alterna il suo impegno tra Italia e America.
 

La Specola Vaticana di Castelgandolfo




Papa Francesco e padre Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana


Georges Lemaitre è il grande scienziato-religioso al quale, per primo, facciamo risalire il BIG BANG. E’ stato uno dei maggiori scienziati del 1900, spesso non ricordato (se non dagli addetti ai lavori) come meriterebbe per due ragioni di fondo: 1) le sue deduzioni hanno avuto bisogno di oltre 50 anni per essere confermate, 2) l’uomo Lemaitre è sempre stato profondamente umile, mai prevaricatore, e non si è mai posto come altri scienziati del suo tempo al centro mediatico del dibattito cosmologico (al contrario, per esempio, di Hubble, scienziato-dandy, che monopolizzò la scena con la scoperta della recessione delle galassie, due anni dopo la stessa scoperta di Lemaitre).

Il comunicato della Specola Vaticana di Castelgandolfo parla di un convegno scientifico dal titolo “Buchi Neri, Onde Gravitazionali e Singolarità dello Spazio-Tempo”, inteso a celebrare figura, opera, eredità scientifica di Lemaitre. I partecipanti sono nomi illustri: il Nobel Gerald’t Hooft, Roger Penrose, Andrei Linde, Joe Silk, Carlo Rovelli, e diversi cosmologi italiani.

La conferenza si prefigge di creare l’ambiente più adatto per la nascita di nuove idee e direzioni di ricerca nella cosmologia contemporanea, teorica ed osservativa.

Georges Lemaitre nasce a Charleroi, in Belgio, nel 1894, studia nel collegio gesuita locale e poi matematica e fisica all’università cattolica di Lovanio. Volontario nella Grande Guerra, merita encomi. Nel 1920 entra in seminario e nel 1923 è ordinato sacerdote. Si perfeziona a Cambridge e in seguito all’M.I.T, acquisendo solide basi in Astronomia e Relatività. Nel 1927 sostiene che gli spostamenti verso il rosso della luce delle stelle, misurati dagli astronomi osservativi, sono la prova dell’espansione generale dell’universo.

Nello stesso tempo, risolvendo le equazioni di Einstein della Relatività Generale, trova conferma teorica dell’espansione ed è il primo ad impostare la relazione di diretta proporzionalità tra la velocità di recessione delle galassie e la loro distanza (due anni dopo, nel 1929, sarà nota come “legge di Hubble”). Questa espansione è il disegno generale dell’universo e non il moto proprio degli oggetti osservati: come dire, non sono le galassie ad andarsene a spasso dove vogliono ma esiste uno schema di espansione dello spazio-tempo al quale obbediscono.

Incontra varie volte Einstein, più vecchio di 15 anni, che dapprima rifiuta le sue conclusioni, convinto che l’universo sia statico. A Londra, in un convegno su “universo fisico e spiritualità”, espone l’idea che l’universo si sarebbe espanso da un punto iniziale singolare dove era contenuta tutta la materia-energia: lo chiamò “atomo primigenio” o “uovo cosmico”. L’universo non è sempre stato come lo vediamo adesso, ma c’è stato un prima e ci sarà un dopo: è evolutivo, e se andiamo sempre più indietro nel tempo tutto era concentrato in un’unica singolarità, da cui è partita la formazione delle galassie.
 
 

        

 

Per la verità, a quel tempo vi furono anche difetti di comunicazione e mancate valutazioni dei lavori degli scienziati. Quello del 1927 di Lemaitre venne pubblicato in francese (al tempo, tedesco e inglese erano le lingue dominanti della scienza) e nel 1922 il precedente lavoro del russo Friedmann (sempre relativo a soluzioni delle equazioni di Einstein), pur pubblicato in tedesco, non riuscì ad uscire dal circuito universitario russo se non dopo diversi decenni e comunque ricevette da subito la stroncatura di Einstein, che poi dovette ricredersi e scusarsi.
 
 

Fervente credente, come i confratelli gesuiti faceva un’ora di meditazione giornaliera ed esercizi spirituali di otto settimane. Tuttavia Lemaitre fu sempre attento a mantenere distinti gli ambiti di scienza e fede, come fece a metà ottocento il nostro concittadino padre Angelo Secchi, il primo classificatore delle stelle. Al punto che quando il papa Pio XII cercò di divulgare la sua scoperta come il “fiat lux” fece di tutto per farlo recedere da simile conclusione. In varie occasioni, egli affermava che la fisica può dare un senso alla nostra nozione di inizio dell’universo, pur nei suoi limiti, ma non bisogna attribuire all’inizio dell’universo la nozione di creazione nel senso teologico-filosofico. Carico di onori e riconoscimenti venne accreditato intorno al 1960 come uno dei più importanti cosmologi. Morì a Lovanio nel 1966.
 
 

I partecipanti al Convegno sono stati salutati in udienza da Papa Francesco che ha ribadito l’interesse della Chiesa per l’approfondimento delle conoscenze sull’Universo, invitando gli scienziati a proseguire nelle loro ricerche in atteggiamento di umiltà.

Le aspettative sui lavori sono notevoli e molteplici e l’occasione è davvero unica, per qualità e numero dei partecipanti. Il tema dei buchi neri ben si adatta al tentativo di coniugare relatività generale e meccanica quantistica, che “si parlano, ma non sempre si capiscono”, e sembrano operare in ambiti diversi: la prima nell’infinitamente grande e la seconda nell’infinitamente piccolo. Le onde gravitazionali, di recente scoperte dopo una predizione durata cent’anni, aprono scenari nuovi per “sentire l’universo”. Le singolarità spazio-temporali sono gli inconosciuti mondi puntuali dove lo spazio diventa tempo e il tempo diventa spazio, dove si coniugano e si confondono i loro ruoli. Dire che sono cose affascinanti è dir poco!

Dimenticavo. Padre Guy Consolmagno sarà a Reggio il 12 maggio 2018 per le celebrazioni del bicentenario della morte di Angelo Secchi: anche noi, nel nostro piccolo ci diamo da fare.

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