LEMAITRE: CONVEGNO ALLA
SPECOLA VATICANA
Ivan Spelti (14/5/2017)
Un post dell’amica giornalista
Letizia Davoli (TV2000, “c’è spazio”, ottima e seguitissima trasmissione) mi
ricorda che dal 9 al 12 maggio la Specola Vaticana ha riunito molti scienziati
nel nome di Georges Lemaitre, per celebrarne il 50° della morte e discutere di
cosmologia. L’amico sacerdote-scienziato don Matteo Galaverni, accreditato alla
Specola, ne ha seguito i lavori e mi ha
inviato contributi.
La Specola Vaticana fu fondata
nel 1891 da papa Leone XIII, per contrastare le persistenti accuse laiche fatte
alla Chiesa di essere contraria al progresso scientifico. Agli inizi,
l’Osservatorio astronomico era posto dietro la Basilica di San Pietro, ma
l’aumento di luminescenza su Roma consigliò papa Pio XI di trasferirlo a
Castelgandolfo. La direzione fu sempre affidata ai Gesuiti, fin dal ‘700 quando
l’osservazione astronomica era sviluppata con strumenti modesti e in altri
luoghi. Oggi l’Osservatorio Vaticano più
importante si trova a Tucson in Arizona e padre Guy Consolmagno, attuale
direttore e planetologo di fama mondiale, alterna il suo impegno tra Italia e
America.
La Specola Vaticana di Castelgandolfo
Papa Francesco e padre Guy Consolmagno, direttore della Specola
Vaticana
Georges Lemaitre è il grande
scienziato-religioso al quale, per primo, facciamo risalire il BIG BANG. E’
stato uno dei maggiori scienziati del 1900, spesso non ricordato (se non dagli
addetti ai lavori) come meriterebbe per due ragioni di fondo: 1) le sue
deduzioni hanno avuto bisogno di oltre 50 anni per essere confermate, 2) l’uomo
Lemaitre è sempre stato profondamente umile, mai prevaricatore, e non si è mai
posto come altri scienziati del suo tempo al centro mediatico del dibattito
cosmologico (al contrario, per esempio, di Hubble, scienziato-dandy, che
monopolizzò la scena con la scoperta della recessione delle galassie, due anni
dopo la stessa scoperta di Lemaitre).
Il comunicato della Specola
Vaticana di Castelgandolfo parla di un convegno scientifico dal titolo “Buchi
Neri, Onde Gravitazionali e Singolarità dello Spazio-Tempo”, inteso a celebrare
figura, opera, eredità scientifica di Lemaitre. I partecipanti sono nomi
illustri: il Nobel Gerald’t Hooft, Roger Penrose, Andrei Linde, Joe Silk, Carlo
Rovelli, e diversi cosmologi italiani.
La conferenza si prefigge di
creare l’ambiente più adatto per la nascita di nuove idee e direzioni di
ricerca nella cosmologia contemporanea, teorica ed osservativa.
Georges Lemaitre nasce a
Charleroi, in Belgio, nel 1894, studia nel collegio gesuita locale e poi
matematica e fisica all’università cattolica di Lovanio. Volontario nella Grande
Guerra, merita encomi. Nel 1920 entra in seminario e nel 1923 è ordinato
sacerdote. Si perfeziona a Cambridge e in seguito all’M.I.T, acquisendo solide
basi in Astronomia e Relatività. Nel 1927 sostiene che gli spostamenti verso il
rosso della luce delle stelle, misurati dagli astronomi osservativi, sono la
prova dell’espansione generale dell’universo.
Nello stesso tempo, risolvendo le
equazioni di Einstein della Relatività Generale, trova conferma teorica
dell’espansione ed è il primo ad impostare la relazione di diretta proporzionalità
tra la velocità di recessione delle galassie e la loro distanza (due anni dopo,
nel 1929, sarà nota come “legge di Hubble”). Questa espansione è il disegno
generale dell’universo e non il moto proprio degli oggetti osservati: come
dire, non sono le galassie ad andarsene a spasso dove vogliono ma esiste uno
schema di espansione dello spazio-tempo al quale obbediscono.
Incontra varie volte Einstein,
più vecchio di 15 anni, che dapprima rifiuta le sue conclusioni, convinto che
l’universo sia statico. A Londra, in un convegno su “universo fisico e
spiritualità”, espone l’idea che l’universo si sarebbe espanso da un punto
iniziale singolare dove era contenuta tutta la materia-energia: lo chiamò
“atomo primigenio” o “uovo cosmico”. L’universo non è sempre stato come lo
vediamo adesso, ma c’è stato un prima e ci sarà un dopo: è evolutivo, e se
andiamo sempre più indietro nel tempo tutto era concentrato in un’unica
singolarità, da cui è partita la formazione delle galassie.
Per la verità, a quel tempo vi
furono anche difetti di comunicazione e mancate valutazioni dei lavori degli
scienziati. Quello del 1927 di Lemaitre venne pubblicato in francese (al tempo,
tedesco e inglese erano le lingue dominanti della scienza) e nel 1922 il
precedente lavoro del russo Friedmann (sempre relativo a soluzioni delle
equazioni di Einstein), pur pubblicato in tedesco, non riuscì ad uscire dal
circuito universitario russo se non dopo diversi decenni e comunque ricevette
da subito la stroncatura di Einstein, che poi dovette ricredersi e scusarsi.
Fervente credente, come i
confratelli gesuiti faceva un’ora di meditazione giornaliera ed esercizi
spirituali di otto settimane. Tuttavia Lemaitre fu sempre attento a mantenere
distinti gli ambiti di scienza e fede, come fece a metà ottocento il nostro
concittadino padre Angelo Secchi, il primo classificatore delle stelle. Al
punto che quando il papa Pio XII cercò di divulgare la sua scoperta come il
“fiat lux” fece di tutto per farlo recedere da simile conclusione. In varie
occasioni, egli affermava che la fisica può dare un senso alla nostra nozione
di inizio dell’universo, pur nei suoi limiti, ma non bisogna attribuire all’inizio
dell’universo la nozione di creazione nel senso teologico-filosofico. Carico di
onori e riconoscimenti venne accreditato intorno al 1960 come uno dei più
importanti cosmologi. Morì a Lovanio nel 1966.
I partecipanti al Convegno sono
stati salutati in udienza da Papa Francesco che ha ribadito l’interesse della
Chiesa per l’approfondimento delle conoscenze sull’Universo, invitando gli
scienziati a proseguire nelle loro ricerche in atteggiamento di umiltà.
Le aspettative sui lavori sono
notevoli e molteplici e l’occasione è davvero unica, per qualità e numero dei
partecipanti. Il tema dei buchi neri ben si adatta al tentativo di coniugare
relatività generale e meccanica quantistica, che “si parlano, ma non sempre si
capiscono”, e sembrano operare in ambiti diversi: la prima nell’infinitamente
grande e la seconda nell’infinitamente piccolo. Le onde gravitazionali, di
recente scoperte dopo una predizione durata cent’anni, aprono scenari nuovi per
“sentire l’universo”. Le singolarità spazio-temporali sono gli inconosciuti
mondi puntuali dove lo spazio diventa tempo e il tempo diventa spazio, dove si
coniugano e si confondono i loro ruoli. Dire che sono cose affascinanti è dir
poco!
Dimenticavo. Padre Guy
Consolmagno sarà a Reggio il 12 maggio 2018 per le celebrazioni del
bicentenario della morte di Angelo Secchi: anche noi, nel nostro piccolo ci
diamo da fare.






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