lunedì 10 settembre 2018

AGGIUNGETE UN SECONDO ALLA TERRA!!!


OGNI TANTO LA TERRA CHIEDE DI AGGIUNGERE UN SECONDO !                                                               Ivan Spelti (21-11-2016)

Un secondo in più è necessario per uniformare il nostro tempo ufficiale alla rotazione terrestre

A fine anno 2016 abbiamo aggiunto un secondo all’ultimo minuto  per uniformare il tempo astronomico alla rotazione terrestre. Ho già trattato questo tema, ma lo riprendo dal momento che è una notizia insistente che compare nel Web. E’ stata  la ventiseiesima volta che l’operazione è stata fatta, dal 1972.

Già il 30 giugno 2015 fu aggiunto un secondo alle usuali 24 ore di una giornata. Si chiama “secondo intercalare” (inglese: leap second) e nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio, i 350 orologi atomici del pianeta hanno permesso così la sincronizzazione tra l’ora ufficiale (UTC – Universal Time Coordinated) e la rotazione terrestre (il giorno solare medio), molto meno regolare nella misura del tempo. L’aggiunta di un secondo dopo un certo numero di anni viene decisa da un ente internazionale solo quando si ritiene necessaria e ad una data precisa. Ne parliamo anche per cogliere l’occasione di saperne  di più su questo nostro pianeta. La ragione per la quale tutti gli orologi atomici si sono “fermati” per un secondo, misurando 61 anziché 60 secondi, è perché dovevano aspettare “virtualmente” la Terra, che a causa dei suoi movimenti (in primis, la rotazione) rallenta sistematicamente accumulando millisecondi di ritardo: quando la somma di questi piccolissimi ritardi raggiunge circa 0,6 secondi, occorre intervenire. La variazione della frequenza di rotazione della Terra non è predicibile sul lungo periodo, anche se mediamente gli aggiustamenti si fanno ogni 18 mesi. Rispetto a due secoli fa, per fare una rotazione completa, la Terra impiega oggi circa 2 millisecondi in più.

Le ragioni del ritardo della Terra? La velocità di rotazione della Terra non è costante: le cause sono tante. Gli oceani e l’atmosfera , come masse fluide rotanti in modo differenziale rispetto alla crosta, le maree, le variazioni interne nel nucleo terrestre, lo scioglimento dei ghiacci, i terremoti, le eruzioni vulcaniche, e altre variabili. Il nostro pianeta “arranca” anche per effetto del “tiro alla fune gravitazionale” con il Sole e la Luna. Un vero caos di variabili con cui dover fare i conti  e che hanno come risultato quanto detto.


                                                                             Le diverse definizioni di secondo ai nostri tempi

 
In definitiva ci troviamo con una situazione di questo tipo: c’è la Terra che ruota sottoposta ad una serie di fattori di rallentamento  e ci sono degli orologi atomici al cesio, molto precisi, che servono agli scienziati per misurare al meglio il tempo, anzi a definirlo nella sua unità di misura (il secondo) secondo le leggi della fisica e le convenzioni internazionali sui sistemi di unità di misura. E’ una situazione scientificamente complessa che va periodicamente risolta per allineare un orologio naturale (Terra) con uno artificiale (atomico) , per cui la misura del tempo fatta con la Terra come riferimento è “più lenta” di quella regolarissima basata sulle oscillazioni degli atomi (nel nostro caso, il cesio). Ogni mille anni si perde un’ora: non è poco! Si potrebbe pensare: perché siamo così affezionati agli orologi al cesio? Risposta semplice: il loro massimo “errore” è di 1 secondo ogni milione e mezzo di anni, decisamente il meglio attualmente possibile, e gli istituti di metrologia terrestri adottano oggi addirittura un’accuratezza per gli orologi atomici di 1 miliardesimo di secondo.

Questi orologi sono molto diversi da quelli abituali. Non ci sono lancette o un quadrante circolare con i  numeri: sono complicati apparati elettronici che terminano con un numeratore digitale a molte cifre che conta il numero di oscillazioni delle transizioni degli elettroni dell’atomo di Cesio 133.

 

 Addentrarci  nei dettagli della fisica atomica non è semplice e dovremo semplificare al massimo limitandoci a ricordare che le transizioni tra i livelli energetici degli elettroni negli atomi comportano l’emissione di una quantità precisa di energia per un dato atomo. Questa  energia è proporzionale alla frequenza della radiazione ,che si misura in cicli al secondo (Hertz). E’ pertanto possibile misurare quanti cicli ci sono in un secondo, o meglio ancora definire il secondo mediante il numero di cicli conteggiati dal numeratore. Il risultato è la definizione moderna di “secondo”: 9 192 631 770 (novemiliardi centonovantaduemilioni e così via) di cicli. La precisione di simili orologi deriva dalla proprietà degli atomi, il meglio che possiamo avere , ed è indipendente da parametri esterni, come invece accade  sia con i  pendoli che con il quarzo, ancor oggi i nostri orologi tradizionali.


                                                                        Lo schema di un orologio atomico moderno

Evidentemente, nella nostra epoca computerizzata e digitale non è tollerabile ciò che in passato si poteva  sospettare ma non risolvere a causa della mancanza di strumenti di adeguata precisione. Oggi anche il miliardesimo di secondo conta, non solo il millesimo! I dati vengono trasmessi “a pacchetti” ed è di straordinaria importanza la frazione temporale della trasmissione-ricezione!  Pensate solo al funzionamento degli aeroporti, delle missioni spaziali, dei mercati azionari, che basano tutto su dati temporali precisi e condivisi. Il tempo di Internet non ammette tentennamenti : lasciamo stare se sia bene o male. Semplicemente “è”!

L’aggiunta del secondo intercalare ha creato e crea ancora problemi. Si aggiunge sempre il secondo per convenzione a fine giugno o il 31 dicembre di un certo anno. Nel 2012 si leggeva dei problemi da ciò causati ai sistemi informatici in Rete, per siti e società, che denunciavano inconvenienti tecnici e situazioni offline dei servizi (LinkedIn, Mozilla,…). Anche oggi l’accordo non è facile ed esistono divisioni tra favorevoli e contrari nei diversi paesi; tuttavia, in assenza di altri sistemi di coordinamento alternativi si continuerà probabilmente così: ogni tanto avremo un giorno di 86.401 secondi, anziché 86.400 (ossia, la durata in secondi di un giorno di 24 ore). Continuiamo a ritenere che il leap second sia sempre l’ultimo adottato, poiché i server informatici si sono nel frattempo preparati per far assorbire gradatamente le frazioni di secondo e non causare “bug informatici”. Ma tant’è! Anche quest’anno aggiungeremo il secondo. Infine, va ricordato che in questi anni si stanno costruendo orologi atomici ancor più precisi, basati su altre scoperte della fisica e su altri atomi diversi dal cesio e dal rubidio (gli orologi montati sui satelliti GPS) , con l’errore di un secondo ogni 15 miliardi d’anni. Ne consegue che fra alcuni decenni ridefiniremo internazionalmente ancora il secondo.

La ricerca non si ferma. Esistono già studi avanzati di geodesia spaziale, dove i riferimenti delle migliori determinazioni del tempo sono cosmico-universali e non più terrestri. Si tratta di una tecnica astronomica chiamata “interferometria a lunghissima base”, che fa uso di una rete di radiotelescopi terrestri molto distanti tra loro che osservano sorgenti extragalattiche estremamente luminose come le quasar. Le quasar sono fortissime radiosorgenti del lontanissimo universo, da considerare proprio per questo “ferme” rispetto alla Terra. Viene analizzato il ritardo del segnale radio di una  quasar ricevuto da un certo radiotelescopio rispetto ad un altro distante sulla Terra migliaia di kilometri. Dalle piccolissime differenze del segnale gli scienziati riescono a calcolare la posizione precisa dei radiotelescopi partecipanti all’iniziativa, ma soprattutto la velocità di rotazione e rivoluzione della Terra e la sua orientazione nello spazio.


                                                                          Il ritardo del segnale su due radiotelescopi distanti


                                                                 I radiotelescopi studiano le onde radio emesse dai corpi celesti

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