venerdì 14 settembre 2018

I FULMINI


 
 
I FULMINI

Ivan Spelti (27/1/2017) 

 

Chi non ha paura dei fulmini? Vediamo lampi, saette, di solito ramificati ed irregolari nel cielo e dopo sentiamo i tuoni.

Tutti sappiamo che la luce si propaga a velocità estremamente elevata rispetto alle onde sonore: 300.000 km/secondo, contro 0,34 Km/secondo. Anche da ragazzi ci siamo divertiti a calcolare la distanza da cui si originava il fulmine:  per esempio, se contavamo 3 secondi voleva dire che il fulmine era partito circa da 1 km di altezza, mentre se contavamo 6 secondi il fulmine partiva da  altezza doppia.

I fulmini sono fenomeni atmosferici consistenti in scariche elettriche improvvise e violente che si manifestano tra le nubi e la superficie terrestre o tra le nubi stesse. L’aspetto a zig-zag  e le ramificazioni derivano dalla ricerca del percorso in atmosfera di minor resistenza elettrica nel quale si veicola la scarica.

Perché i fulmini?

La fisica ci insegna che si caricano due corpi conduttori separati da un materiale isolante con cariche di segno opposto non passa la corrente elettrica. Se aumentiamo il numero delle cariche, aumenta il valore del campo elettrico fino ad un certo limite caratteristico del tipo di isolante. Un ulteriore aumento di cariche fa cedere la condizione di isolamento: la corrente elettrica si sprigiona violentemente tra i conduttori “perforando”  per così dire l’isolante interposto. Avete già capito che l’isolante è l’aria e i corpi conduttori sono la nube e il suolo terrestre o due nubi o due diverse parti di una stessa nube. Facile anche capire come la condizione dell’aria sia importante: può essere secca, umida, piena di pulviscolo.

Ci limiteremo all’analisi di quello che succede tra una nube temporalesca e la superficie terrestre.

Uno schema semplificato del fenomeno prevede che una tale nube (detta cumulonembo) sia strutturata con cariche elettriche positive nella sua parte superiore e cariche negative nella sua parte inferiore: questa separazione delle cariche avviene  mediante le collisioni delle goccioline d’acqua o dei cristalli di ghiaccio formatisi dalla condensazione o sublimazione del vapor d’acqua, favorite da correnti ascensionali e precipitazioni mediante meccanismi di interazione e crescita oggetti di continuo studio per i meteorologi dell’atmosfera.


 

       
 

Le particelle più piccole acquistano cariche negative e le più grandi cariche positive: tendono a separarsi fino ad assumere il diverso stato elettrico sopra e sotto la nube. Una separazione che origina una enorme differenza di potenziale sia dentro la nube che tra nube e terra: parliamo di milioni e miliardi di Volt, associati ad un valore di corrente elettrica che può raggiungere i 200.000 ampere!


 

Nel contempo, la superficie terrestre, per induzione, tende a caricarsi positivamente.

La scarica a terra, conseguente a questo elevatissimo valore del potenziale, è complessa ed avviene in due tempi. Inizialmente, dalla nube parte una “scarica pilota” che avanza in basso verso il suolo: la scarica è debole, costituita da cariche negative, e crea percorsi ramificati di poche decine di metri producendo un’intensa ionizzazione dell’aria che predispone la seconda fase. Mentre la scarica pilota si avvicina al suolo, parte da quest’ultimo una “scarica di ritorno” diretta in alto costituita dalle cariche positive indotte sul suolo terrestre. Quando le due scariche si incontrano, tra nube e terra c’è una congiunzione delle scie di scarica ed è lungo questa che risale da terra verso la nube una fortissima corrente elettrica alla velocità elevatissima di circa un terzo della velocità della luce.


 

Il fulmine è dunque la visualizzazione del canale conduttore che si è andato creando, comprese le ramificazioni secondarie, simili alle radici delle piante. Sulla Terra ci sono circa 44.000 temporali al giorno (16 milioni all’anno) e cadono 100 fulmini ogni secondo: in Italia, 2 fulmini ogni Km quadrato in un anno.


 

I rischi?

Quando vengono rilasciate grandi quantità di energia ci sono sempre rischi per l’incolumità delle persone e delle cose. Possiamo suddividere gli effetti sulle strutture in elettrici e meccanici, mentre per le persone parleremo di effetti biologici. Possiamo avere problemi sull’esercizio delle reti elettriche (alta, bassa, media tensione), anche se le linee sono aeree e provviste di isolatori. Ma non possiamo escludere che un fulmine si abbatta su un traliccio o che crei sovratensioni elettriche nei cavi aerei, che fanno scattare le protezioni automatiche e interrompono l’alimentazione dell’elettricità al consumo. Naturalmente antenne, ripetitori, torri televisive, e così via sono sempre sotto tiro, perché i fulmini prediligono le strutture a punta. I fulmini possono anche penetrare negli edifici mediante cavi elettrici e antenne televisive. I parafulmini non fanno altro che attirare i fulmini e scaricare a terra, sfruttando l’enorme capacità della terra di assorbire cariche elettriche.

Sono la seconda causa di morte per noi, dopo le alluvioni improvvise, e colpiscono più gli uomini (80%) che le donne (20%). Non è ancora ben chiaro perché. Tuttavia, solo il 30% delle persone colpite muore a causa di arresto cardiaco o paralisi respiratoria. Testa, collo, spalle sono i punti più colpiti, in conformità con il maggiore interesse del fulmine per “le punte”.

Come possiamo ridurre i rischi di pericolosità dei fulmini?

Possiamo adottare alcune regole di comportamento per le diverse situazioni. Se siamo in auto, siamo abbastanza al sicuro, poiché si tratta di una gabbia metallica isolata tramite le gomme, che scaricano a terra la corrente che avvolge la carrozzeria. L’importante è non toccare la carrozzeria e tenere i finestrini chiusi.

Se siamo in casa, durante il temporale stacchiamo la spina dell’antenna e della presa di corrente di televisione e radio, nonché di ogni altro elettrodomestico. Non toccare i rubinetti, rimandiamo la doccia, telefoniamo dopo e non facciamo bricolage sull’impianto elettrico. Al mare, usciamo dall’acqua e andiamo al coperto. L’acqua salata diventa un buon conduttore e restare in spiaggia, isolati, potrebbe essere gradito al fulmine. In montagna, più esposti in quanto più vicino alle nubi e dove ci sono spesso corrimani metallici nei sentieri, cerchiamo riparo nel rifugio: non ripariamoci sotto agli alberi. I ciclisti è meglio che abbandonino la bicicletta.

All’aperto, non restare dritti ma accucciarsi a terra lontano dagli alberi e da oggetti metallici. La corrente del fulmine, dopo aver colpito il bersaglio, si disperde nel terreno e quindi non si è mai completamente al sicuro: in un anno, nel mondo, circa 1.000 persone sono colpite dal fulmine.

Un fulmine scalda l’aria circostante a circa 35.000 gradi, causando una forte espansione che corrisponde ad un’onda d’urto che passa da una velocità supersonica (crepitio) ad una minore (brontolio): il suono percepito proviene dai punti diversi del canale ionizzato dove passa la corrente. Stiamo dunque attenti a non esporci ai fulmini: la probabilità di non essere colpiti è a nostro favore, ma è meglio stare accorti!

 


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