Blog PASSIONE UNIVERSO di Ivan Spelti
PERCHE’ GLI
ASTRONAUTI GALLEGGIANO?
Chiedete in giro a qualcuno perché un astronauta dentro la
capsula spaziale galleggia: vi dirà che è perché fuori dalla Terra non c’è
gravità. Sembra logico. Noi qui sulla Terra siamo vincolati alla superficie: se
lasciamo cadere un vaso cade e si rompe. Quando invece siamo sufficientemente
lontani dalla Terra, nello spazio, (uno dice) non c’è più la forza di gravità e
possiamo giocare con il vaso o altro. Come dar torto alla gente comune? Sembra
tutto così chiaro. Ma è vero? No, è assolutamente sbagliato. Che nello spazio
non ci sia la gravità è uno degli errori più comuni, alimentato anche da un
certo giornalismo superficiale. Allora, cerchiamo di capire le cose
dall’inizio. In questi mesi abbiamo letto della Stazione Spaziale Internazionale
(ISS) che ruotava in orbita attorno alla Terra : 16 volte al giorno, alla
velocità di 7,7 Km/s, ossia circa 28.000 Km/h.
Samantha Cristoforetti nella capsula della stazione ISS
Il campo gravitazionale diminuisce quando ci allontaniamo
dalla Terra (se preferite, potete anche chiamarla forza di gravità). Una
navicella spaziale in orbita intorno alla Terra, diciamo a 400 Km di altezza,
si trova a circa 6.800 Km dal centro della Terra (6.400 Km, il suo raggio, più
i 400 Km). I fisici hanno la mania, per semplificare le cose, di pensare che il campo gravitazionale della
Terra, come di altri corpi, sia originato in un unico punto (il centro) dove si
ritiene concentrata tutta la sua massa. Quindi se a 6.400 Km dal centro
terrestre noi sentiamo una certa gravità, a 6.800 Km dal centro questa gravità
sarebbe “ridotta” solo del 10% : passeremmo da un valore 9,8 m/
ad uno 8,7 (appunto,
circa il 10% in meno). In realtà, ce lo dice la fisica, il campo gravitazionale
terrestre si annullerebbe solo a distanza infinita dalla Terra, ossia,
realisticamente, mai. Allora, perché gli astronauti e le matite svolazzano insieme dentro nella capsula ?
Per capirlo, chiediamoci prima perché la navicella ruota intorno alla
Terra e non cade sulla Terra. La risposta è: la forza di gravità. Come la Luna
ruota intorno alla Terra, la Terra intorno al Sole, il Sole intorno al centro
della nostra galassia, e così via… proprio a causa della forza di gravità,
anche la navicella ruota intorno alla Terra per effetto della gravità
terrestre, con un’orbita ellittica (ci piace anzi pensarla circolare, per
semplicità). Come mai?

Perché la forza di gravità è una forza “centripeta”, sempre
diretta verso un centro, un punto che possiamo pensare come il centro della
Terra. Ma allora perché la navicella non cade, se tra navicella e Terra c’è
questa forza reciproca diretta verso il centro di quest’ultima; dopotutto
questa ha una massa straordinariamente maggiore della navicella e dovrebbe costituire l’equivalente della mela
di Newton che cade dall’albero?
La risposta è che la navicella ruota intorno alla Terra ad
una certa velocità ( non piccola, visto che è di circa 28.000 Km/h), dando
origine ad una traiettoria circolare (quasi): in altre parole, istante per
istante, è l’esistenza della velocità della navicella che si oppone al fatto
che contemporaneamente la forza centripeta di gravità tende a tirarla verso il
centro della Terra. Un po’ come se metteste
un modellino di navicella appesa ad una molla e ve la faceste ruotare sopra la
testa : la molla si allunga, e il modellino ruota!
Naturalmente questa velocità di 28.000 Km/h è ben studiata,
perché se fosse meno (per quella altezza) cadrebbe sulla Terra e se fosse di più
la navicella farebbe altre cose, compresa quella di allontanarsi verso lo
spazio interplanetario. Dunque, la gravità esiste per la navicella, eccome: è
solo il 10% più debole di quella sulla Terra.
Stazione spaziale e suoi occupanti sono trattati nella stessa
maniera, per quanto riguarda la forza di gravità della Terra e la velocità
della capsula. Siamo quindi arrivati a capire una cosa importante. Ma allora
perché gli astronauti galleggiano: torniamo sempre lì!
Adesso immaginiamo di essere dentro nella navicella. E’ come
se fossimo sulla giostra in rotazione: ci sentiamo spinti all’infuori, verso
l’esterno, con una forza che tende ad allontanarci dal centro di rotazione:
tanto è vero che quando la giostra si ferma, ritorniamo come quando siamo
saliti sul seggiolino.
L’effetto della forza che ci spinge “fuori” viene detto
“inerziale”: si verifica tutte le volte che ci muoviamo con un moto accelerato,
la cui accelerazione (centripeta) è diretta verso il centro. Il moto circolare
è un moto accelerato: istante per istante la navicella è soggetta all’accelerazione verso il centro
della Terra.
L’effetto inerziale è
uguale a quello che proviamo al decollo dell’aereo: l’aereo accelera in avanti
e noi ci sentiamo spinti all’indietro da una forza che ci incolla al sedile.
Idem per l’accelerazione della nostra auto.
Così l’astronauta sente una forza inerziale che tende a
spingerlo fuori e lontano dalla Terra, mentre la forza di gravità lo tira verso
il centro della Terra.
Se guardiamo la cosa dal punto di vista di un ipotetico
extraterrestre che da lontano guarda l’astronauta, la conclusione di questi sarà:
astronauta e navicella girano intorno alla Terra perché la forza di gravità è
la responsabile del loro moto circolare. Ma come vengono viste le cosa
dall’astronauta, nel suo riferimento interno tutto diverso?
Questi noterà che su di lui, istante per istante, agisce sia
la forza di gravità della Terra che la forza centrifuga (forza inerziale): la
prima punta sempre verso il centro della Terra e la seconda punta esattamente
in direzione opposta. Le due forze sono uguali in intensità e opposte nel
verso: una tira verso la Terra e l’altra spinge all’infuori. Quindi si
annullano i loro effetti: non perché non ci siano, ma perché sono esattamente
equilibrate tra loro. La forza centrifuga è uguale ed opposta alla forza
gravitazionale che causa il moto di rotazione. E come sono uguali ed opposte le
forze , sono uguali ed opposte anche le accelerazioni ( ricordiamo che la legge
fondamentale della dinamica è F=m.a). Il risultato è che la massa
dell’astronauta non entra più in gioco nel movimento: la Samantha di 60 Kg , la
matita , lo spazzolino da denti, il pavimento, ogni oggetto nell’astronave,
possono muoversi nello stesso modo. Ogni oggetto intorno all’astronauta
accelera verso la Terra, come in caduta libera, a causa della forza di gravità
e al tempo stesso è spinto in fuori dall’accelerazione centrifuga.
Resta da capire cosa succede
all’astronauta che sta viaggiando verso la Luna e non più che ruota come prima intorno alla
Terra.
Non cambia niente. E’ sempre la forza di gravità a farla da
padrone. Sapete che i motori sono quasi sempre spenti, tranne per pochi secondi
ogni tanto quando bisogna “correggere la traiettoria”: ciò vale per tutte le
sonde. I motori servono all’inizio quando la sonda deve essere mandata in orbita, per raggiungere una certa velocità
iniziale. In seguito, la sonda “cade” per così dire continuamente verso la
Luna, attratta dalla forza di gravità di quest’ultima. Per l’astronauta dentro
la navicella, c’è questa forza di gravità lunare, reale, e al tempo stesso la
forza inerziale che lo spinge
all’indietro: ancora due accelerazioni uguali e contrarie, ogni istante.
E’ solo se si accendono i motori che compare un’accelerazione
extra che modifica i termini del galleggiamento.
Perché l’accelerazione con cui “cade” l’astronauta è
esattamente uguale all’accelerazione inerziale? E’ una domanda interessante. L’accelerazione
gravitazionale deriva dall’attrazione di due masse ( Terra o Luna e
l’astronauta), mentre l’accelerazione inerziale è una proprietà che non ha niente
a che fare con l’attrazione tra le masse.
Le masse in gioco sono sempre quelle, ma concettualmente
diverse: nel primo caso, le masse le pensiamo come una specie di “carica
gravitazionale”, sorgenti del campo, nella formula della legge di gravitazione
universale di Newton, mentre nel secondo caso rappresentano la capacità di
opporsi, di resistere, alle accelerazioni (appunto, un coefficiente dell’inerzia
ed entrano nella famosa legge della dinamica F=m.a). La natura ha reso queste
due tipi di massa (gravitazionale ed inerziale) uguali, o per meglio dire
“proporzionali”. E’ vero che la Samantha ha massa gravitazionale diversa dalla
matita e quindi le loro forze gravitazionali sono diverse, ma hanno anche masse
inerziali proporzionalmente diverse e quindi forze inerziali proporzionalmente
diverse. Il risultato netto è la compensazione delle forze, che avviene proprio
in virtù della proporzionalità dei due
tipi di massa. L’uguaglianza è chiamata “principio di equivalenza” ed è stata
posta da Einstein alla base della teoria della Relatività Generale. Per i
precisini, l’uguaglianza numerica m(i) =
m(g) è provata entro una precisione di 1 su 1000 miliardi.




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