lunedì 5 dicembre 2016

STEPHEN HAWKING

Blog  PASSIONE UNIVERSO di Ivan Spelti



                       STEPHEN  HAWKING

         La volontà di vivere e di conoscere

 

Tra gli scienziati odierni, uno in particolare  continua ad essere al centro dell’attenzione:  l’astrofisico e cosmologo inglese Stephen Hawking.

Il film di James Marsh (2014) La teoria del tutto ne  ha recentemente riproposto la figura e l’opera, raccontando una vita scientifica estremamente ricca e prolifica, che oggi cercherò di narrarvi senza entrare troppo nella specificità dei suoi straordinari studi.

Lo scienziato ha supervisionato e approvato il film, anche per la parte sentimentale e relativa alla  sua disabilità:  un grande viaggio tra gioventù, amore, carriera, passione per la scienza, sfide, vittorie e sconfitte, che ha presentato al grande pubblico un uomo di genio, in continua lotta con i suoi problemi di varia natura e i risultati intellettuali da raggiungere.


                                                                                            Stephen, Jane e i tre figli

A soli 21 anni gli viene diagnosticata la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), una malattia neurodegenerativa che secondo i medici lo avrebbe portato alla morte entro due anni: fortunatamente la diagnosi errata fu più tardi sostituita da quella di “atrofia muscolare progressiva”, una patologia che lo ha tuttavia costretto a vivere sempre su una sedia a rotelle, in attesa di una paralisi integrale del corpo a lento decorso. Oggi Stephen ha 74 anni ed è probabilmente il più conosciuto scienziato vivente, grazie ai suoi libri specifici e didattici, alla frequente partecipazione a congressi di ogni tipo, alle sue polemiche, ma soprattutto alle sue idee scientifiche di punta in campo astrofisico accompagnate dalle riflessioni sul nostro futuro.
 

Solo due esempi: “ci salveremo come umanità solo se lasceremo la Terra” e ”entro un secolo i computer supereranno gli esseri umani grazie all’intelligenza artificiale e dovremo esser certi che i loro obiettivi coincidano con i nostri”. Nel primo caso, il riferimento è quello di incoraggiare i viaggi spaziali e nel secondo è un richiamo metodologico al controllo costante dell’evoluzione informatica della nostra civiltà.

Più volte in odore di premio Nobel, probabilmente rinviato a causa dei suoi studi eminentemente teorici, consiglia da sempre a chi è colpito da disabilità di concentrarsi sulle cose che si amano senza lamentarsi delle interferenze negative che queste comportano. Rivolgendosi ai disabili dice “non siate disabili nello spirito così come lo siete nel corpo”.

Hawking nasce nel 1942 a Oxford. A scuola non è particolarmente brillante, anzi si mostra pigro e sfaticato. Ha pochi amici, con i quali discute di tutto:  fisica, religione, parapsicologia, modellismo. Tuttavia ha una mente particolare che lo porta ad interessarsi di cose grandi e complesse, una delle quali è l’origine dell’universo.

 

                                                                              Il matrimonio con Jane (1965)

Durante l’università i problemi fisici emersi intorno ai 13 anni si accentuano:  si laurea tuttavia in Fisica a 20 anni, a pieni voti, e viene accettato in facoltà perché continui gli studi di relatività, sull’universo e i buchi neri. Nel 1965 sposa Jane, che per 25 anni sarà moglie e infermiera, dandogli 3 figli. Vive a Cambridge, tra le difficoltà, una vita ricchissima di studi, emozioni, sorprese. Dal 1965 al 1970 elabora un modello matematico che dimostra l’evoluzione dell’universo mediante il Big Bang e compie studi fondamentali sui buchi neri. Nel 1979 è nominato alla cattedra lucasiana di matematica già occupata da Newton. Nel frattempo, resta completamente immobilizzato:  inizialmente continua ad insegnare a pochi fedeli studenti, ma in seguito perde anche la voce ed è costretto a comunicare mediante un sintetizzatore vocale e un sofisticato computer preparato dagli stessi studenti: lo fa con grande lentezza senza poter digitare più di 15 parole al minuto. Doloroso, nel 1990, il divorzio da Jane.             

Le sue ricerche continuano ad interessare i buchi neri e la singolarità inziale spazio-temporale  del Big Bang, da adattarsi ad ogni modello cosmologico in espansione.





 

Visionario, gran divulgatore, brillante e prolifico scienziato, Hawking è un’icona della scienza moderna, con una vita intensa costellata di curiosità e aneddoti.

 
    

                                                                                                Con papa  Francesco                                                           
 
 
 
 
                                                                                                          con Obama

Lo scienziato britannico ha collezionato un’infinità di premi e onorificenze; è membro Royal Society, ed è persino inserito nella esclusiva  Pontificia Accademia delle Scienze (1986), nonostante il suo tipo di ateismo sia continua fonte di dibattito.

La straordinaria voglia di vivere, comunicare ed inseguire risultati, esempio per tutti noi, lo porta a collaborare con i Pink Floyd registrando in comune un disco, a sperimentare la gravità zero entro un simulatore, ad immaginare di giocare a carte con Einstein e Newton in un noto programma televisivo britannico.



 

Due parole sugli studi. Nel 1971 dimostra il primo dei teoremi sull’esistenza delle singolarità gravitazionali nello spazio-tempo: queste singolarità sono caratteristiche generali della relatività generale, nei buchi neri e nel Big Bang. In seguito, con altri, elabora il famoso teorema noto ai fisici in termine canzonatorio come “i buchi neri non hanno peli”, per dire che essi sono caratterizzati solo da 3 parametri fondamentali (massa, carica elettrica, momento angolare) e non da altre grandezze irrilevanti (peli). Nel 1974 si occupa di termodinamica ed entropia (grado di disordine) dei buchi neri: queste grandezze fanno si che essi emettano radiazione e particelle (radiazione di Hawking), alla fine “evaporando lentamente” nel tempo. Seguono intensi studi di meccanica quantistica collegati e di “informazione” estraibile dalla struttura dei buchi neri. Sebbene l’11 febbraio 2016 il mondo abbia avuto la prova diretta dell’esistenza dei buchi neri mediante la rivelazione delle onde gravitazionali (vd. articolo precedente su questa pagina della scienza), le teorizzazioni di Hawking sono un continuo campo di studio ancora attuale. In campo cosmologico generale, i suoi contributi riguardano lo sviluppo del modello standard del Big Bang caldo, fino a pensare che quest’ultimo sia in realtà un buco nero al contrario (buco bianco) da cui si origina l’energia-materia.

 


 
 

Al di là dei complessi studi che lo hanno sempre visto in prima linea e che meriterebbero ben più ampio spazio, voglio chiudere con una sua citazione che rappresenta un invito per noi tutti.

Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi.

 

 

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