Blog PASSIONE UNIVERSO di Ivan Spelti
SCOPERTE IN CORSO
IL NONO PIANETA
Ivan Spelti
Il 21 gennaio 2016 la notizia è
rimbalzata diverse volte sul web. Scoperto il nono pianeta del sistema solare,
ai suoi confini. Battezzato provvisoriamente “Planet Nine”, ossia pianeta nove
(P9), in attesa delle necessarie conferme e certificazioni.
Com’è successo? Due ricercatori
del Caltech (Californian Institute of Technology di Pasadena in California), K.Batygin
e M.Brown, hanno firmato lo studio su una delle principali e serie riviste di
settore (Astronomical Journal), in cui assicurano di avere trovato le prove
dell’esistenza del nono pianeta. Vero? L’uso del condizionale è d’obbligo, fino
a che l’eventuale scoperta non sarà confermata e ci vorrà diverso tempo.
Comprensibile che i media si siano buttati sulla notizia, che ancor oggi tiene
la scena: un altro mondo extraterrestre, tutto sommato a due passi da casa,
anche se il pianeta dovrebbe trovarsi 20 volte più lontano della distanza di
Nettuno dal Sole ed essere del tipo “extralarge”, di tipo gassoso come Giove,
Urano e Nettuno, con una massa 10 volte quella della Terra. In pratica, si
tratterebbe di un pianeta a mezza strada tra il nostro e Nettuno. La presunta
scoperta proviene però da simulazioni al computer ed in questo senso non è
stato scoperto fisicamente, mediante
osservazioni, alcun pianeta.
Facciamo prima un po’ di storia.
I nostri antenati conoscevano 5 pianeti, che a loro apparivano come “stelle
erranti” nel cielo, nel senso che erano oggetti celesti che comparivano e si
muovevano diversamente lungo la fascia percorsa dal Sole e dalla Luna, al contrario
delle stelle “ fisse” che sembravano come incastonate nella sfera celeste. Si
trattava di Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno: la Terra, come luogo delle
loro osservazioni, non entrava nel conto dal momento che per millenni fu considerata
il centro del mondo; fino alla rivoluzione copernicana del 1500, quando iniziò
la visione moderna del cosmo con il Sole al centro del sistema solare.
In seguito, nel 1781, William Herchel scopre Urano, nel
1830 J.G. Galle, Nettuno ed è del 1930 la scoperta di Plutone da parte del
giovane Clyde Tombaugh. Plutone mostrava un’orbita intorno al Sole fortemente
ellittica e si trovava alla distanza di 4-7 miliardi di km. L’Unione
astronomica internazionale ha lasciato così le così fino al 2006, quando ha
declassato Plutone dallo stato di pianeta, in base ad una serie di
riconsiderazioni e definizione dei corpi celesti, e lo ha ridotto allo stato di
“pianeta nano”.
Sono così rimasti 8 pianeti in tutto, inclusa la Terra, essendo il terzo
pianeta in ordine di distanza dal Sole.
Il quadro dei pianeti, quando anche
Plutone era conteggiato come tale
La
scala delle distanze dei pianeti
Nessun telescopio ha ancora individuato
Planet Nine. E allora, come facciamo a dire che è stato “scoperto” un altro
pianeta? Il punto è che oggi
l’astronomia si fa sempre più con i computer e con la modellistica che essi ci propongono.
Così i due ricercatori hanno suggerito l’esistenza di un pianeta da una serie
di anomalie orbitali di oggetti della fascia di Kuiper, di cui parleremo tra
poco.
Essendo la sua ipotetica distanza
media dal Sole di 200 U.A (unità astronomiche: una unità astronomica è la
distanza media Terra-Sole, 150 milioni di km) Planet Nine si troverebbe proprio
dentro la fascia di Kuiper, una seconda fascia di asteroidi o pianetini che si
estende oltre l’orbita di Nettuno fino a 50 UA dal Sole e costituita non più di
corpi prevalentemente rocciosi, ma composti di metano, ammoniaca, ghiaccio: 20
volte più estesa e 200 volte più massiccia della fascia principale degli asteroidi
posta tra Marte e Giove. Di questi corpi celesti, in zona Kuiper, ce ne
sarebbero milioni.
In sostanza, se vedo che un
asteroide non segue l’orbita obbligata applicando la legge di gravitazione
universale, cerco di capire il perché: forse c’è un qualche altro corpo vicino
che ne disturba il movimento, poiché lo influenza gravitazionalmente. Gira che
ti gira, per i ricercatori i conti sono iniziati a tornare solo dopo avere ipotizzato quel nono pianeta,
con quella massa e a quella distanza: solo così i computer erano contenti, dopo
che avevano provato tutte le strade e tutti i modelli. In definitiva, il
pianeta è stato scoperto (se lo è stato) con simulazioni matematiche e
considerazioni statistiche. Carta d’identità presunta: massiccio, ghiacciato,
con uno strato gassoso esterno. Ma attenzione! E’ una previsione del tutto
teorica, anche se lo studio e le conclusioni sono intriganti!
Una delle ipotesi più accreditate
è quella che P9 sia stato “lanciato” ai margini del sistema solare
dall’influenza gravitazionale combinata
di Urano e Nettuno nei primi 3 milioni di anni dalla nascita del sistema solare.
Adesso la palla passa ai grandi
telescopi terrestri, che si devono incaricare di rintracciarlo e confermarne la
scoperta: il telescopio gigante delle
Hawai, di 10 metri di specchio, si metterà all’opera con un apposito programma
di ricerca nei prossimi mesi.
In figura si nota la grande
orbita che il pianeta dovrebbe percorrere intorno al Sole: il suo anno sarebbe
pari a 15.000 anni terrestri.
L’oggetto Sedna è a 146 miliardi di Km dal
Sole ed è il capostipite di questi oggetti ghiacciati
Vi ho risparmiato le valide
ragioni dei due ricercatori che hanno portato alla teorizzazione dell’esistenza
del pianeta, basate sull’analisi dell’ordinamento delle orbite di questi
oggetti Kuiper, come vi risparmierò l’analisi sulla corretta metodologia
scientifica da applicarsi ad ogni annuncio di scoperta (controlli incrociati,
ricalcoli indipendenti,…). Non resta che attendere il giorno in cui verrà
scoperto il lentissimo moto di un oggetto di questo tipo sullo sfondo delle
stelle, a conferma della scoperta.
confronti dimensionali: Planet Nine sarebbe
un pianeta intermedio tra la Terra e Nettuno
Plutone si muove a 4 Km/s alla
distanza tra 4,5 e 7 miliardi di Km dal
Sole con un periodo di 248 anni ed era considerato fin dall’inizio della sua
scoperta un tipico pianeta transnettuniano. Ora ci troviamo con questa nuova
scoperta in attesa di conferma.
Curioso come uno dei due
ricercatori, Brown, su Twitter si firmi “plutokiller”. La ragione è che, avendo
il vizio di andare alla ricerca di pianeti nani lontani, come Eris (appena più
massiccio di Plutone, che è invece appena più grande), ha contribuito a far
perdere a Plutone la corona di pianeta e
a farlo declassare.
caratteristiche dei pianeti del sistema solare






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