venerdì 2 dicembre 2016

LE COSTELLAZIONI


Blog  PASSIONE UNIVERSO di Ivan Spelti
 
 

         LE  COSTELLAZIONI
   Ivan Spelti


Il cielo stellato ci affascina sempre: ci induce meraviglia, stupore, e al tempo stesso un senso di mistero e angoscia per la sua immensità.
Quando osserviamo le stelle, ci appaiono come punti più o meno grandi, più o meno luminosi:  sembrano tutte  alla stessa distanza, come fossero incastonate nella volta celeste. Un effetto di prospettiva assolutamente falso: in realtà stelle deboli all’occhio possono essere gigantesche e luminosissime, e  viceversa.

Gli antichi erano  portatori di miti e avevano codificato sistemi immaginari, cercato di trovare schemi regolari negli astri, spesso in funzione mitologica o come proiezioni di vita terrestre che interessavano  animali e cose. Il cielo era un vero e proprio crogiolo dove si fondevano tutte le loro culture e le costellazioni erano per loro gruppi di stelle che componevano figure immaginarie nel cielo.

Credevano di immaginare Leoni, Arieti, Centauri, Pesci, e così via, dalla congiunzione immaginaria delle stelle nella volta celeste, e le  raggruppavano in figure identificabili comuni alla loro cultura e vita quotidiana: creavano racconti per spiegare come personaggi, animali, semidei si trovavano nel cielo notturno. Ad esempio, Orione, una delle costellazioni più luminose con le sue tre stelle della cintura, era secondo la mitologia greca un cacciatore vanaglorioso che infastidiva gli dei i quali mandarono uno scorpione a morderlo ed ucciderlo: pentitesi che furono gli dei, decisero di collocarlo in cielo.

In definitiva, l’origine delle costellazioni è da ricercare in questa ancestrale esigenza di voler identificare le cose secondo la creatività e la fantasia tipiche dell’uomo, a partire dal Paleolitico superiore (15.000 anni fa).

Nel Neolitico, memorizzare gli astri significò attribuire nomi, somiglianze, elementi della vita pastorale, agricola, eroica, religiosa.

I Babilonesi perfezionarono il sistema delle costellazioni già dal II millennio a.C., così come gli Egizi elaborarono un’accurata carta stellare nel 1.534 a.C.. I grandi navigatori Fenici si orientavano già  sull’Orsa Minore ed il Nord era loro  indicato, come oggi, dalla Stella Polare.  I Greci definirono in chiave mitologica e non più solo naturalistica le costellazioni, con nomi di divinità.

Nel Medioevo, accettata la cosmologia aristotelica, ci pensarono gli Arabi a proseguire con i loro astronomi la diffusione dell’Almagesto di Tolomeo e a rinominare molte stelle con nomi ancor oggi in uso (Debeb, Aldebaran, Altair, Betelgeuse, …).

Nei tempi moderni, questi raggruppamenti prospettici, che non hanno alcun reale significato astronomico, hanno chiarito che:

1)      Le stelle facenti parte di una stessa costellazione, nello spazio, possono essere separate da distanze enormi e possono essere diversissime in dimensioni reali e luminosità;

2)      In ipotetici viaggi interstellari, per il cambio di prospettiva, potremmo non riuscire più ad identificare determinate costellazioni e semmai, alla nostra immaginazione, ne apparirebbero di nuove;

3)      In rispetto delle antiche definizioni, tutta la sfera celeste è stata divisa in 88 parti (emisfero nord + sud), al fine di raggruppare le stelle localmente apparenti. L’Unione Astronomica Internazionale (IAU) ha stabilito confini precisi ad ogni zona, in modo che ogni punto della sfera celeste appartenesse ad una sola costellazione.
 
l'immaginazione è sempre stata dominante per denominare le costellazioni

Alle latitudini settentrionali, le costellazioni sono basate sulle tradizioni dell’antica Grecia, ed hanno nomi di figure mitologiche (Ercole, Pegaso, Sagittario), di animali e oggetti (Cigno, Scorpione,  Leone, Toro, Ariete, Pesci, Bilancia,…). Nell’emisfero australe, dove le conoscenze iniziarono a provenire più tardi dai grandi navigatori, le costellazioni ricevono nomi di strumenti di navigazione (Vela, Sestante, Compasso, Bussola,…) e molte di loro sono state etichettate in età illuministica, con nomi di invenzioni (Microscopio, Orologio,…); naturalmente, non mancano nomi di animali, oggetti, personaggi (Pavone, Tucano, Balena, Lupo, Mosca, Fenice, Pittore, Scultore,…).

Nel 1543 Alessandro Piccolomini pubblicò il libro De le stelle fisse, con le 47 mappe delle costellazioni tolemaiche, senza le figure mitologiche in sovrimpressione e più tardi Johann Bayer pubblicò l’atlante dell’intera sfera celeste.

Le stelle più luminose di una costellazione prendono il nome da una lettera greca (alfa, beta, gamma. delta,..) associata al genitivo della costellazione di appartenenza (esempio: α  Centauri). In seguito, furono completate altre operazioni di denominazione secondo criteri più precisi, ancor oggi in uso.

 

 le nostre costellazioni estive: riconoscibili il “triangolo estivo” delle stelle Deneb, Vega, Altair e a destra, l’arancione Arturo

Le stelle hanno da sempre costituito un potente strumento per la navigazione e l’orientamento in generale. La rotazione terrestre intorno al proprio asse fa si che le costellazioni ci appaiono sorgere ad est e tramontare  verso ovest durante la notte. La rivoluzione della Terra intorno al Sole, a sua volta, determina le diverse posizioni  di molte delle costellazioni nel cielo. Tuttavia, alcune di esse si vedono tutto l’anno e tutte le notti: sembra che non sorgano né tramontino mai: appaiono ruotare attorno al polo nord celeste indicato dalla stella “polare”, la stella più popolare dell’Orsa Minore nonostante sia solo la 49esima per luminosità. Sono dette stelle e costellazioni circumpolari. Oltre all’Orsa Minore (Piccolo Carro), sono circumpolari l’Orsa Maggiore (Grande Carro), Cassiopea, Cefeo, Dragone e Giraffa.
 
                                           trovare la stella polare dal trapezio dell'Orsa Maggiore

Distinguiamo spesso le costellazioni in base al periodo dell’anno.  Così, in primavera, abbiano la Vergine con la brillante stella Spica. Ancora il Bifolco (Pastore, latino Bootes) con la stella rossa Arturo, la Corona Boreale, il Leone con la luminosa stella Regolo. In estate la notte è contrassegnata dal triangolo estivo di stelle: Vega (nella Lira), Deneb (nel Cigno), Altair (nell’Aquila). Il cielo autunnale vede Andromeda, la costellazione che annuncia l’autunno, Pegaso, Pesci, Perseo. In inverno è la costellazione di Orione, con le sue tre stelle allineate al centro, a dominare il cielo, insieme a  Betelgeuse e Rigel. Nel Cane Maggiore troviamo Sirio, la stella più brillante del nostro cielo, nel Cane Minore Procione, nel Toro Aldebaran, nei Gemelli Castore e Polluce, in Auriga Capella.

La breve carrellata serva solo come esempio e stimolo per incuriosire, poiché ad ogni costellazione e stella sono associate storie antiche ed interessanti scoperte passate e recenti.
l                                                           la fascia dello zodiaco
Invito il lettore curioso  a munirsi di una delle innumerevoli mappe celesti o ancor meglio a consultare uno dei tanti siti web (esempio: www.stellarium.org) dove potrà impostare data e ora dell’osservazione del cielo ed imparare non solo a riconoscere stelle e costellazioni, ma anche le caratteristiche delle singole stelle componenti.




 
 
pubblicato in Prima Pagina Reggio, 2016. Copyright

                                

 

 

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