REGGIO STORIA
PADRE ANGELO SECCHI
L’unità delle forse
fisiche: saggio di filosofia naturale
di Ivan Spelti
In un precedente numero
ho delineato la figura e l’opera del Padre Angelo Secchi, il reggiano
considerato il più grande astrofisico dell’800 che per primo classificò le
stelle dopo molti anni di osservazioni spettroscopiche. L’analisi di oltre
4.000 stelle, nel periodo 1860-1865, condusse Secchi a stabilirne la loro carta
d’identità, fissando una classificazione che negli anni seguenti e fino a noi
verrà affinata sempre più.
L’occasione per tornare a parlare di questo grande reggiano è
data dall’imminenza delle celebrazioni del bicentenario della nascita (2018) che
Istituzioni, studiosi, società civile, intendono promuovere attraverso una
ricca serie di eventi.
Tra le molte iniziative in programma, l’analisi delle sue
pubblicazioni, che segnano un contributo fondamentale per la Fisica in generale
e per l’Astronomia in particolare.
Uno dei suoi trattati più importanti è il libro L’unità delle forse fisiche, saggio di
filosofia naturale, del 1864, testo che delinea la sua visione scientifica
generale. Le altre due opere Le Stelle
e Le Soleil sono di contenuto più propriamente
astrofisico.
Com’è noto la Fisica rientrava a quel tempo nella più
generale Filosofia Naturale, insieme alle altre scienze, in particolare a
quelle sperimentali come la botanica, la zoologia, le scienze naturali, la
meteorologia, e così via.
Il libro di Secchi, iniziato nel 1863, riceve la sua prefazione
il 10 aprile 1864. Delle due edizioni presenti in Conservazione Biblioteca Panizzi
ho esaminato quella stampata dalla Tipografia Forense (Roma, 1864).
Le prime righe della prefazione espongono l’obiettivo di
Secchi: “ La grande scoperta che,
presentemente, preoccupa i dotti e illustra la nostra epoca, è quella della
teoria meccanica del calore….. L’esporre le basi di questa teoria… è lo scopo
dell’opera presente”.
E’ una pubblicazione suddivisa in 4 grandi capitoli, nella
quale viene espressa una profonda convinzione sull’unità della natura e della
scienza della fisica. I titoli sono:
CAPO I - Del Calorico, CAPO II - Della Luce, CAPO III - Dell’Elettricità, CAPO
IV - Costituzione della Materia. L’oggetto dello studio riguarda tutta la
Fisica e la Chimica allora accreditate, ma spesso con inserimenti nuovi e la
visione personale delle cose di Secchi,
non sempre condivise. Il libro contribuì in modo fondamentale allo sviluppo
della fisica italiana, introducendo nel mondo accademico la neonata teoria
cinetica dei gas, che in seguito costituirà la base delle leggi della
termodinamica.
Fig.1 la teoria del calorico
Fig.2 l’agitazione delle molecole
Il CAPO I tratta della sostanza definita calorico, un fluido elastico, imponderabile, indistruttibile,
capace di penetrare nella materia quando essa veniva riscaldata e di uscirne
quando veniva raffreddata. A seguito di ciò, l’equilibrio termico dei corpi
veniva giustificato immaginando che, una volta posti in contatti due corpi, il
corpo più ricco di calorico ne cedesse
una sua parte a quello meno dotato, finchè il sistema nel suo complesso raggiungeva
la stessa temperatura.
La temperatura di un corpo era definita come la
manifestazione del passaggio del calorico tra i corpi (fig.1) e misurata con il
termometro: era dunque il calorico il responsabile della temperatura dei corpi,
con le sue variazioni di concentrazione che portavano alla situazione di
equilibrio. Si trattava di concetti e modellistica che nascevano secoli prima,
condivisi da grandi scienziati del ‘700 come Pierre Simon Laplace e per i quali era
ancora latente la corretta distinzione tra calore e temperatura. Oggi sappiamo
che il calore è una forma di energia, che già gli esperimenti di Carnot e Joule
avevano mostrato, e che la temperatura di un corpo è la misura della sua
agitazione molecolare media. Ma collegare queste grandezze fisiche
macroscopiche (quantità di calore e temperatura) alla loro interpretazione
microscopica non fu così facile (fig.2) e si dovette passare attraverso la
teoria cinetica dei gas, per capire come le leggi della meccanica si potessero
applicare ai moti delle molecole. Secchi, nel riassunto del CAPO I, intravede
già la soluzione del problema: definisce il calorico
come modo di movimento della materia, ma al tempo stesso definisce la
temperatura dei corpi come un fenomeno dipendente dall’intensità dell’urto
molecolare, e quindi dalla massa e velocità delle molecole. Ossia, è
consapevole che le grandezze fisiche macroscopiche, che misuriamo, sono
l’espressione ultima di fenomeni microscopici insiti nella materia molecolare.
Fig.3
grandezze fisiche macroscopiche e microscopiche
Poche sono le formule del libro, spesso riportate nelle note
a margine, mentre molte sono le tabelle e gli esempi numerici dedotti dalle
sperimentazioni, a conferma di una visione sperimentale della fisica trattata
unitamente ai concetti di fondo e conforme al modo di scrivere un testo
“discorsivo”, tipico del tempo.
Fig.4 le caratteristiche della teoria cinetica dei gas
Negli altri capitoli, il libro tratta della luce,
dell’elettricità e dell’ allora
conosciuta struttura della materia. Molto interessante è la convinzione,
sua come dei fisici di allora, dell’esistenza dell’etere luminifero, convinzione
che durerà fino all’esperienza negativa di Michelson-Morley (1887). Si trattava
di un mezzo materiale (una sostanza) che doveva spiegare la propagazione delle
onde elettromagnetiche e della luce. La natura della sostanza doveva essere
solida, onnipresente nello spazio, rigida ma non opporre resistenza ai corpi
che l’attraversavano. L’experimentum
crucis del 1887 dimostrò che la Terra, nel suo moto, non trascinava alcun
vento d’etere (come avrebbe dovuto fare) e nel 1905 Einstein spazzerà via in
due righe la questione dell’etere ritenendola superflua e superata dalla sua
esposizione della Relatività Ristretta.
Non mancano, nel suo trattato, riferimenti astrofisici: una
breve classificazione delle stelle, la discussione sulla variazione del campo
magnetico terrestre e l’attività del Sole.
La vita di Padre Angelo fu profondamente segnata dagli
avvenimenti del suo tempo, che portarono all’unità d’Italia. Il fatto che fosse
un gesuita sottolineò ancor più divisioni, incomprensioni e lotte di vario tipo
che il nascente Stato Italiano si ritrovò ad affrontare, con politici e
religiosi spesso ai ferri corti.
L’analisi di questo testo non fu solo considerata ed
esaminata da varie angolature negli ambienti anticlericali, ma anche tra gli
stessi appartenenti alla Compagnia di Gesù. Feroci critiche vennero dalle
frange più oltranziste del neotomismo:
Giovanni Maria Cornoldi (1822-1892)
accusò il Secchi addirittura di ateismo, in linea con una serie di scritti
apologetici di religiosi impegnati a contrastare il pericolo di ateismo insito,
a loro dire, nelle nuove teorie scientifiche che stavano avanzando.
Secchi contrastò costantemente, ma pacatamente, tali
atteggiamenti, convinto della modernità di una teologia avulsa dalla
conflittualità dello spirito dei tempi, che potesse convivere con la nascente
nuova scienza, senza le ingerenze della filosofia e della teologia
tradizionale.
Riferimenti
bibliografici
Angelo Secchi. L’unità delle forse fisiche. Tipografia
Forense, Roma, 1864
A.Altamore, S.Maffeo, e altri. Angelo Secchi: l’avventura
scientifica del Collegio Romano. Edizioni Quater, Foligno, 2012






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